martedì 12 giugno 2018

Dietro le quinte di GUNI


Se c'è un'esclamazione che un po' mal sopporto è "Tanta roba!".
Se la batte con "Genio!", ma dopo Boris, quest'ultima ha preso un connotato simpatico.
"Tanta roba!", invece, mi ha sempre lasciato un po' perplesso.
Se dicessi a mio padre, durante una brace estiva, «Questi arrosticini sono tanta roba!», credo cercherebbe di esorcizzarmi. Utilizzando però il vino rosso al posto dell'acqua santa.

Solo che ora, parlandovi di Guni, come posso farvi capire che questa fumetto HA tanta roba, senza che cerchiate di contattare il mio babbo? Basta leggere quanto segue.
Accompagnatevi con un caffè, che il post è lungo e, in tempi di letture mordi e fuggi da social, succede che mi calate d'attenzione. Fate finta che sono le scene extra nei titoli di coda di un film di supereroi. Quelli per cui esclamereste proprio "Tanta roba!". A meno che non stiate guardando I Fantastici 4.

Guni è il mio terzo fumetto da sceneggiatore. Il secondo con Tunué per la collana Tipitondi. Anche questo, come il precedente Claire e Malù, vede ai disegni belli l'amicollega Chiara Karicola.
Due parole sull'ideazione, partendo proprio da Claire e Malù.
Quel fumetto, uscito nel 2016, è andato bene. O almeno così ci è sembrato, visto l'affetto - sia di piccoli che di grandicelli - che ci è stato espresso, soprattutto calcolando che eravamo all'esordio. In molti ci chiesero un secondo capitolo. Anche la Tunué stessa. Ma noi, per motivi che non vi diciamo, calcolando forse anche un po' di incoscienza, abbiamo sempre risposto di no.
Claire e Malù aveva detto tutto ciò che doveva dire in quell'unico albo.
Però quelle richieste sono state la molla che ci ha portato a imbarcarci nell'idea di creare un micromondo con personaggi che potessero - si spera - raccontare in futuro altre storie e vivere nuove avventure.
Ecco, quest'ultima parola, avventura, era la nuova sfida da intraprendere.
Raccontare qualcosa che, come Claire e Malù, avesse il timbro di trasmettere un insegnamento morale condito da tanto spasso, ma stavolta narrato in qualcosa di meno quotidiano ma molto avventuroso.
E metterci dentro un unicorno.
Il perché era uscito scherzosamente in una chiacchierata in un Romics del 2016 (all'epoca Guni ancora non era nei nostri pensieri, giuro).

Partiamo dal protagonista: GUNI.
Il nome è un gioco di parole in cui le ultime tre lettere - guardunpo' - sono le prime tre del sostantivo unicorno. Inoltre è anche una sorta di assonanza col film Goonies, che è stato uno degli spunti di partenza. E anche se non lo fosse stato, è un film che adoro (una vignetta di pagina 87 è un chiaro omaggio alla locandina)

Gli altri co-protagonisti sono: la sirenetta Printil (il nome è una citazione della canzone Pryntyl di Capossela che, a sua volta, è ispirato alla sirena del romanzo Scandalo negli abissi di  Louis-Ferdinand Céline);








l'uccellino Delpi (avete presente quella pubblicità di un acqua minerale con un passerotto e un famoso ex calciatore della Juventus? Come si chiama questa grande gloria bianconera? Avete capito che tifo Juve?);








il tigrotto Corrado (c'è stato un sondaggio on line per deciderne il nome. Non ricordo quali erano gli altri in ballottaggio, ma poco importa perché quella tigre non poteva che chiamarsi Corrado. Per me è già una star).

Questi quattro animaletti sono in realtà dei talismani viventi che nascono sulla Sfera, un pianetino tra la Terra e la Luna, e si chiamano Gudlak. Anche questa è una sorta di crasi all'amatriciana di "Good Luck", buona fortuna.
Se non facessi lo sceneggiatore, avrei fatto il titolista per Tuttosport, probabilmente.

Nelle prime tavole vediamo sir Isaac Newton che scopre la legge di gravità dalla famosa mela che gli cade sulla testa.
Ecco, questa storia è un falso storico, in realtà.
Ora cercheremo di far passare quella dei gudlak che lo hanno aiutato come assolutamente vera.






Nel fumetto, il tempo sulla Sfera è diverso a quello del nostro pianeta.
6 anni terrestri lì corrispondo a un Ted. Perchè Ted? È un omaggio a Ted Mosby, protagonista della famosa serie How I Met Your Mother. Che, nella puntata 5x20 esclama «Un cavallo non è strano e non lo è nemmeno un corno, ma se li metti insieme hai l'unicorno!».
Ci sembrava quindi più che appropriato.

Nella storia, i protagonisti devono studiare per diventare dei valenti gudlak.
Gli insegnamenti sono peculiarità dei Saggi, tra cui spicca una grossa tartaruga che si chiama Pae. Saggio Pae.
Provate a leggerlo invertendo i due termini.
Il - ehm! - colpo di genio è tutto merito dell'amico Fabrizio Pluc Di Nicola.


A pagina 29, ci sono un sacco di animaletti che aspettano il Tornadobus che li condurrà sulla Terra a svolgere il loro compito di valenti talismani.
Tra questi notiamo Pinky (omaggio al personaggio del grande Mattioli) e Cippi (direttamente da Cippi & Friends, dei nostri amici Valentino e Raffaela).







A pagina 30 Corrado, vedendo Guni lanciarsi verso il Tornadobus, si lascia andare a un'esclamazione che se non sapete di chi è... essù.


Pagina 37. Inizia l'avventura. O meglio, sta per iniziare.
Delpi, nel mentre, inganna il tempo raccontando ai suoi amici una barzelletta (pur non sapendo cosa sia...).
Questo è un inside joke con Claire e Malù, visto che la stessa storiella viene raccontata da Fabrice, l'amico di Claire, nel nostro precedente Tipitondi.






A pagina 58, Printil è nella Foresta del Quelchevuoi.
Di fronte a lei ci sono altre sirene che giocano, si divertono e se ne fregano del mondo circostante. Due di queste giocano a Pallalanciaprendi, un complicatissimo gioco che vede come ideatrice Amanda Sandrelli nel film "Non ci resta che piangere".



A pagina 66 fanno il loro ingresso Gli Scarabrocchi.
Essendo questo un fumetto innanzitutto per piccoli, ci piaceva l'idea che costoro - dei gudlak rinnegati - avessero la consistenza grafica del primo approccio matita-foglio che chiunque ha realizzato da piccolissimo.
O roba che tuttora dicono al sottoscritto quando fa un disegno.






Nel castello degli Scarabrocchi facciamo la conoscenza del Gran Scarabrocchio, il primo (forse…) degli Scarabrocchi.
Costui parla a bassissima, flebile voce.
La strizzata d'occhio è al re degli Inumani Freccia Nera. La differenza è che le corde vocali del Gran Scarabrocchio non distruggono mezzo Rhode Island.






A pagina 82, Guni si lascia andare a un gesto di poco buon gusto verso gli Scarabrocchi.
Se ci avete visto Alberto Sordi ne I Vitelloni, ci avete visto giusto.


Nelle battute finali della storia, sul pianeta Terra, vediamo dei bambini che rispondo ai nomi di Ross, MonicaMatt e Jenny.
Se siete tra quelli che hanno amato la serie Friends, sapete già a chi sono ispirati. I primi due sono i personaggi interpretati da David Schwimmer e Courteney Cox. Gli altri due invece prendono invece il nome di battesimo di Matt LeBlanc - il quale interpretava Joey - e di Jennifer Aniston, interprete di Rachel.
(non c'entra nulla, ma vi consiglio di recuperare Episodes con Matt LeBlanc che è tipo la serie meglio scritta che abbia mai visto) 



In aggiunta, c'è anche un pupazzo-unicorno che si chiama Perry.
Anche lui c'entra con Friends, visto che l'attore che impersonava Chandler, all'anagrafe si chiama Matthew Perry.
Dice: e perchè non l'avete chiamato Chandler 'sto pupazzo? Dai, Chandler un pupazzo... Ah! Ah! Ah! cosa siete, autori di fumetti?! ...Uhm...







Ah, uno di questi bambini - Joey - sta vedendo i Ghostbusters, in tv.

E in casa c'è un poster de I Goonies.





Non si esce degli anni '80, fatevene una ragione.

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