sabato 13 agosto 2011

VigNotte Bianca

A me piace giocare in casa.
Sarà per quel +2 del fattore campo che ti fa partire galvanizzato.
O perchè, in fattore di liquidi, è più quello che posso ingollarmi io nel fegato che la mia tauromobile nel serbatoio, perchè tanto la mia dimora è a due passi.
Ma magari è solo perchè la maggior parte del pubblico presente son facce conosciute. E, in mezzo a quelle facce, riconosci il tizio che era il fregno della scuola. Quello che stava simpatico a tutti - anche ai prof - e sapevi che era un gran figlio di'ndrocchia, ma se la cavava sempre senza problemi. E il suo futuro sembrava essere maramaldeggiante. Invece lo ritrovi l'ombra di se stesso, alla ricerca di un'identità. E io, che ho fatto i corsi serali alla scuola di cinismo, me la tiro ancor di più, beffardamente.

Insomma, a Bugnara (AQ) s'è svolta sabato 6 agosto la Notte Bianca. A me hanno dato uno spazio espositivo che, quando guarderete le foto, sembra una casa diroccata. E infatti lo è. Ma Bugnara è tutta diroccata. Quindi, quel che conta, è la posizione. E la mia era a uno sputo dalla piazza principale, accentramento totale del delirio festeggiante. Impossibile non visitarmi. E se qualcuno doveva vomitare, il mio spazio era lo stesso un posto perfetto.
Ma non era importante ciò che poteva succedere o se la gente apprezzasse o meno ciò che esponevo. L'importante era esserci. Di fronte a un pubblico di cui conosco vita, morte, miracoli e segreti inconfessabili. Come andare sotto la curva dei tuoi tifosi dopo un gol e riconoscere uno per uno chi ti acclama. Non è che abbia ricevuto tutti 'sti applausi. Però qualche birra e arrosticini gratis, sì. Per me è una vittoria. In casa. Come il pubblico si aspetta.

Ringrazio Gino del Bar Gino perchè lo sappiamo noi.

Qui una volta c'erano dei fantasmi. Poi sono venute le mie vignette a infestare.
Bugnara. Paese di campagna. Non è quindi raro d'estate vederlo riemporsi di cavalletti.
Non ho avuto il coraggio di salire quelle scale.
Ci sono mondi che è meglio non scoprire. Figuriamoci stanze di zone sismiche.
Quella porta invece l'ho aperta. Conduce a Narnia. O nel Minnesota. Non ho carpito bene.
Ricordatevi sempre che ad autocurricularsi si diventa ciechi.
Mescolo Dell'Utri e la Nazionale di calcio come nei peggiori minestroni.
Nella foto: io e le mie groupies.

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